Università di Torino

Nel 1404 Ludovico di Savoia-Acaia promosse la formazione di un centro di insegnamento superiore, su sollecitazione di alcuni “magistri” fuggiti dalle sedi universitarie di Pavia e Piacenza; la sede prescelta fu Torino, perché città vescovile. La nascita dello “studium generale” fu formalizzata da una bolla di papa Benedetto XIII del 27 ottobre 1404. Il consolidamento dell’Università si accompagnò al rafforzamento del ruolo di Torino come capitale subalpina, fatto che le garantì quasi un secolo di stabilità. Tra i laureati dell’Ateneo all’inizio del XVI secolo spicca Erasmo da Rotterdam, che nel 1506 conseguì proprio a Torino la laurea in Teologia.
Nel 1720 l’Università si trasferì nel prestigioso palazzo di via Po, attuale sede dell’Ateneo. Con Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele I l’Ateneo visse una stagione di successo per la presenza di alcuni insegnanti illustri e di un corpo studentesco numeroso e culturalmente motivato. Ebbe invece un lungo periodo di crisi intorno alla metà del Seicento a causa di peste, carestie e continue guerre.
Carlo Emanuele III continuò la politica di innovazione e consolidamento inaugurata da Vittorio Amedeo II. Nel 1800, l’adeguamento al sistema francese portò l’introduzione nel Piemonte francese del nuovo ordinamento imperiale, con il quale a capo di ogni Università veniva posto un Rettore. Per dimensioni, numero di cattedre, docenti e studenti, l’Ateneo piemontese fu il secondo dell’Impero, dopo quello di Parigi. Da una costola dell’Università all’inizio del ‘900 si costituì il primo nucleo del Politecnico ad opera di Galileo Ferraris.
Con la Riforma Gentile del 1923, l’Università di Torino entrava a far parte del nucleo delle 10 università gestite e finanziate direttamente dallo Stato. Gli anni ’30 del ventesimo secolo vedono l’Università di Torino protagonista di quella straordinaria stagione culturale ed antifascista che diede al paese personaggi del calibro di Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Leone Ginzburg, Massimo Mila, Vittorio Foa, Giorgio Agosti, Dante Livio Bianco, Cesare Pavese. Caduto il fascismo, l’Università di Torino partecipò con molti suoi docenti e studenti alla guerra di liberazione.
Molti tra i protagonisti della vita politica italiana del Novecento si sono formati all’Università di Torino, da Gramsci a Gobetti a Togliatti, oltre a due Presidenti della Repubblica Italiana, Luigi Einaudi e Giuseppe Saragat.

Il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) è sede di ricerca relativamente alla produzione primaria ed alla trasformazione di vegetali e animali, oltre che delle interazioni di tali attività con il territorio e l’ambiente. Il Dipartimento, tenendo in considerazione gli aspetti economici ed ambientali e utilizzando anche l’approccio biotecnologico, studia gli ecosistemi agrari e forestali e le filiere agroalimentari nei loro aspetti biologici, produttivi, ecologici, tecnologici, ingegneristici e gestionali.
Tra i temi di ricerca caratterizzanti si ricordano: il miglioramento genetico e la fisiologia dei vegetali coltivati e degli animali allevati; le relazioni fra suolo, acqua, atmosfera e piante; le tecniche colturali, di allevamento e di trasformazione dei beni primari in relazione all’ambiente e ai territori, inclusi quelli finalizzati alla produzione di energia; la gestione sostenibile e la pianificazione delle risorse forestali, la difesa delle colture; la caratterizzazione degli alimenti e delle filiere agroalimentari; l’organizzazione produttiva delle imprese; l’organizzazione delle infrastrutture produttive nei settori di competenza; la progettazione, realizzazione e gestione dei beni e dei sistemi strumentali alle attività agricole in senso lato; lo studio del paesaggio agrario e la progettazione, realizzazione e gestione di parchi, giardini e aree verdi; le analisi economiche e valutative connesse ai temi precedenti.

La missione del Dipartimento di Scienze Veterinarie (DSV) è di favorire l’insegnamento avanzato, l’apprendimento e la ricerca nel campo delle Scienze Veterinarie, a beneficio della vita e della salute degli animali, dell’uomo e dell’ambiente, incoraggiando la collaborazione reciproca e la pluralità di pensiero secondo criteri di uguaglianza, imparzialità, continuità, partecipazione, efficienza e in accordo con quanto previsto dalla Politica per la qualità.
Obiettivi prioritari delle attività di ricerca sono: garantire la salute e il benessere degli animali attraverso misure preventive e curative; garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti di origine animale per prevenire i rischi per la salute pubblica e tutelare l’ambiente; migliorare le conoscenze relative alle Scienze Veterinarie di base e professionalizzanti (discipline cliniche, zootecniche ed ispettive al fine di assicurare la salute animale e garantire produzioni e prodotti di origine animale sicuri, nel rispetto dell’ambiente e dell’animale); garantire la formazione continua dei medici veterinari sia pubblici che esercitanti la libera professione.

All’interno del DSV e DISAFA, un gruppo di lavoro dedicato alla biodiversità avicola è attivo da alcuni anni svolgendo attività di ricerca mirata alla caratterizzazione fenotipica e genetica di razze avicole autoctone. L’attività di ricerca è affiancata dall’attività di conservazione di piccole popolazioni di razze avicole piemontesi (Bianca di Saluzzo e Bionda Piemontese) presso il Centro per la Conservazione delle Risorse Genetiche Avicole Locali istituito presso il centro zootecnico universitario di Carmagnola (TO) nel 2014 e riconosciuto come centro di riferimento per le razze avicole autoctone da Associazione Italiana Allevatori nel 2016.


Responsabile di progetto
Prof. Achille Schiavone
Dipartimento di Scienze Veterinarie
Largo Braccini, 2 – 10095 Grugliasco (TO)
e-mail: achille.schiavone@unito.it